Appunti cecoviani
2021

“Occupazioni inutili e conversazioni sempre uguali si portano via la parte migliore del tempo, le forze migliori, e alla fine rimane una via mutila, senz’ali, una nullità dalla quale non si può fuggire, evadere, come se si fosse in un manicomio o in una squadra di condannati ai lavori forzati”
Anton Cecov (1860-1904)
Il grande scrittore russo sapeva bene quanto tempo enorme e prezioso viene speso da futilità e convenevoli e piccole occupazioni o illusorie o fastidiose. E così si butta via la vita. Ma poi Cecov aveva il dono grande grande di osservare, con curiosità vivida, con realismo amaro ma anche con tenera e talvolta divertita compassione, quel brulichio vano, quell’affannarsi di esitenze nel brusio di parole quasi sempre inutili. E ne ricavava racconti formidabili che dalla scontata routine della quotidianità traeva (come un mago fa cavando colombe bianche da un cilndro) splendide narrazioni che da oltre un secolo appassionano i lettori del mondo. Miracolo della lettratura: dare luce e forza nuove alla realtà, per minusola e persino meschina che essa talvolta sia. Cecov scrisse anche questa frase, che dice tutto:
“Superare quel che di meschino e illusorio impedisce di essere liberi e felici, ecco lo scopo e il senso della nostra vita.”
Quale che sia poi la felicità nella libertà, resta tutto da scoprire. Cominciamo almeno a desiderarla.
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