Voglio vivere ancora
2015

Arturo Lanocita
L'ora d'oro
Ecco un romanzo dall’avventura editoriale curiosa. E’ un ”giallo storico”, una storia creata nel ‘900 ma situata a fine ‘700, scritta in Svizzera fra il 1943 e il 1945 da un italiano antifascista qui rifugiato. Uscito a puntate sul Corriere del Ticino fra il 1944 e il 1945, pubblicato ora per la prima volta in libro dalle edizioni L'Ora d'Oro, di Poschiavo
E’ una trama avventurosa, costellata di colpi di scena, ma anche una storia d‘amore classica, con due cuori inteneriti gettati in mezzo al caos di molte storie e della Storia. Quel romanzo non era mai uscito in volume fino ad oggi: era stato pubblicato a puntate, per un totale di 105 episodi, sul Corriere del Ticino, fra il1944 e il 1945, firmato da Arturo Marlengo, che era uno pseudonimo, scelto per sé da Arturo Lanocita, che era allora un giornalista del Corriere della Sera e uno scrittore scappato in Svizzera perché perseguitato dai fascisti. Qui da noi Lanocita collabora, oltre che con il Corriere, anche con l’Illustrazione ticinese e con la nostra Radio. Dopo la liberazione rientra in Italia, torna al Corriere della Sera di cui diventerà capo redattore, pubblicherà altri libri, sarà critico cinematografico importante e anche presidente della giuria della Mostra cinematografica di Venezia. Morirà nel 1983, a 79 anni. il colpo editoriale della pubblicazione in volume del romanzo l’ha effettuato ora Andrea Paganini, lo studioso di Poschiavo che da anni si occupa di una poderosa ricerca letteraria e storica sulle carte dei fuoriusciti italiani in Svizzera e ha rilanciato la collana editoriale dell’Ora d’Oro in cui esce ora questo intrigante romanzo d’avventura riconsegnato al nome autentico del suo autore e al piacere dei lettori, 60 dopo la sua uscita a puntate sul Corriere luganese. Paganini ha curato le numeroso note informative e una interessantissima postfazione, in cui fra l’altro racconta le vicissitudini elvetiche dello scrittore (per lui si mobilitarono presso le autorità bernesi molti ticinesi, fra i quali anche Giuseppe Zoppi e Plinio Verda). Uscito dunque a puntate, come usava per i grandi romanzi dell’800, “Voglio vivere ancora” conserva come un’eco, non indegna (fatte le debite proporzioni) di quei capolavori divorati al loro tempo da un vasto pubblico di lettori: nel libro di Lanocita si respirano atmosfere, ritrattistica e colpi di scena che ricordano Dumas, Balzac, Dickens… Lo scrittore italiano si è cimentato in un genere (con i rischi aggiunti del romanzo storico retrodatato) e ha espresso una prova che regge (seppure con qualche conservatorismo stilistico) e, soprattutto, che appassiona il lettore in modo classico. Lo sfondo di questa storia, che ha momenti di vivissima tensione e di commozione, travestimenti, fughe, rapimenti, losche spiate e generosi slanci, è quello degli anni torbidi, violenti e clamorosi della Rivoluzione francese. Due sono i piani di approccio. Il primo è quello vivo del piacere di lettura, delle sorprese, dei colpi di scena, del trepidare di chi legge insieme a chi fugge, si traveste, ama, si nasconde, è tradito, lotta. Il secondo piano è quello dello sfondo della Rivoluzione, in cui Lanocita spende, nella mescolanza tra fiction e storia vera, la lama sobria ma implacabile del suo giudizio. La Rivoluzione aveva un suo afflato di sete di giustizia e di liberazione a fronte degli eccessi dell’ancien régime e della tracotanza di una aristocrazia autoritaria. Uguaglianza, fraternità e libertà erano schietti nel desiderio profondo. Ma la deriva fu funesta, devastante e orrendamente criminosa. In nome dell’ideologia e della pretesa di rivoltare la società furono commesse atrocità tremende, rotolarono decine di migliaia di teste, l’uomo fu lupo agli uomini. Affiorano analogie indirette e sottili tra i fuggiaschi di fine ‘700 e quelli, come l’autore, scappati dal fascismo; e tra quella rivoluzione e altre rivoluzioni. E il giudizio dice lo sprofondare dell’uomo nella nequizia quando esso pretende di cancellare ogni tradizione e persino Dio nella presunzione di cambiare da sé il mondo. Ma non temete cupezze: la lettura di questo romanzo è un’avventura.
Arturo Lanocita
Voglio vivere ancora
L’ora d’oro
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Fine di una storia
Graham Greene
Mondadori - Libro precedente
Le attenuanti sentimentali
Antonio Pascale
Einaudi