Circolo dei Libri

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05marzo
2021

Donatella Di Pietrantonio

Einaudi

«L'Arminuta è diventata grande», dice la fascetta che avvolge "Borgo Sud". In effetti Donatella Di Pietrantonio, che ci aveva colpiti e commossi con lo struggimento della ragazzina Arminuta (la "ritornata", in dialetto abruzzese), "data via" a sei mesi dai suoi genitori a parenti lontani e da questi ultimi ridata indietro a tredici anni alla madre al padre originali, non senza stordimento affettivo e profondo travaglio, qui continua quella "storia". E la continua con un balzo nel tempo, perché intanto l'Arminuta è diventata donna, è diventata grande, ha studiato e ora è insegnante in Francia, a Grenoble. Il nuovo romanzo è costruito con tessere di mosaico che viaggiano nel tempo (sulle prima bisogna raccapezzarsi bene): e così ritroviamo accanto all'Arminuta, in diverse stagioni, la sorella Adriana (che bambina si era legata profondamente alla nuova sorella di colpo apparsa nella sua vita). L'Arminuta grande, prima di andare a Grenoble a cambiar vita, si era ritrovata a Pescara, adulta e sposata con Piero, e un giorno Adriana, sino a lì molto latitante e sfuggente, si presenta a casa sua con il fagottino di un bimbo neonato"… Il filo della storia ondeggia fra tempi diversi, fra passato e presente, e un giorno qualcosa di importante deve essere successo, se l'Arminuta da Grenoble si precipita a Pescara, mollando l'insegnamento, il gatto e l'intermittente compagno cui lascia in custodia la nuova storia affettiva e il felino. Le due sorelle, entrambe ferite da un rapporto difficile e quasi anaffettivo con i genitori, ricercano nella loro difficile, spesso aspra e conflittuale "sorellanza", nonostante tutto, il senso di una appartenenza familiare, di una radice comune che le definisca. Entrambe avranno un amore importante per un uomo (a ciascuna il proprio), entrambe conosceranno, di questi due rapporti sentimentali, stranezze, contraddizioni, rovesci. Forse in questa ultima parte del romanzo la scrittura di Di Pietrantonio, che nella prima parte del libro conferma tutta la vena felice di "L'Arminuta", sembra quasi meno sicura, fa accadere un po' troppe cose e si avventura in espressioni meno sorvegliate, che in "Arminuta" non c'erano. Tre soli esempi: "Era innamorata del sogno di Rafael, vivere in mare senza altri padroni che il vento". Via col vento. Oppure quando si sta cuocendo la minestrina: "Le stelline si sono cotte nel silenzio e nel fragore esterno del mare." Pastina vista mare. Oppure ancora, un uomo si ricorda quando da adolescente si era sentito premere il corpo da dietro, da un altro ragazzo che aveva cercato di baciarlo e lui era sfuggito, "turbato più di tutto dalla rivoluzione che gli scoppiava dentro i pantaloni". La rivoluzione nelle mutande? No, per favore. A parte ciò, chi ha amato, giustamente, L'Arminuta", corra a leggere questo "Borgo Sud", che dice benissimo la nostalgia di radici affettive e la faticosa, difficile ma necessaria salvezza nella "sorellanza". Io, dei due libri, preferisco il primo. Ma il secondo lo compie.