Circolo dei Libri

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01luglio
2022

Yasmina Reza

Adelphi

"Quando torna l'estate torna il tempo. La natura vi ride in faccia. Lo spirito di letizia ci scortica l'anima. Ogni estate contiene tutte le estati, quelle del passato e quelle che non vedremo mai". Basterebbe questo affondo di pensiero sulla forza quasi cosmica dell'estate come stagione delle grandi chiarità, dei lunghi crepuscoli e spazi e memorie ("il perfido scintillìo dell'estate, questa lama che torna ogni anno a ferirci") per farci capire che Yasmina Reza guarda in modo serio alla vita (e alla scrittura). Poi naturalmente ll suo romanzo, al di là di quelle iniezioni riflessive, ha il suo intreccio, i suoi dialoghi ritmati, i suoi personaggi stravaganti e ammaccati. Reza scrittrice nasce soprattutto come drammaturga di successo ( il suo "Art" è stato tradotto in oltre venti lingue) e la sua prosa conserva a modo suo la modalità nervosa del teatro. "Serge" è un libro bello e compatto, che non perde colpi di ritmo ed è al tempo stesso comico e drammatico, divertente e malinconico, spietato e tenero. I tre fratelli Popper, sulla sessantina, vivono in una Parigi anonima, di banlieue, e da quasi vecchi quali sono cercano di cavasela in un presente acciaccato e si nutrono molto di ricordi. La loro saga familiare viene cantata da Yasmina Reza con una ballata senza sentimentalismi e senza sconti in quanto a difetti, umori difficili e mediocrità, e tuttavia con scaglie di generosità e luci morali e sentimenti non adulterati anche se qua e là azzoppati. Jean, l'io narrante, il fratello di mezzo, è come un parafulmine fra il primogenito Serge, millantatore e logorroico, non cattivo ma puntiglioso, sfortunato, e la sorella terzogenita Nana, già bambina carina e viziata, è indolenzita dagli anni e da un matrimonio imperfetto cui rimane nondimeno fedele. Il finale di vita dei loro genitori (personaggi intensi e forti) è raccontato con malinconia, tenerezza, scoppi di ilarità. La trama non è nemmeno tanto importante, importa la vita che va in scena ogni giorno e della vita fanno parte anche i grovigli affettivi, le malattie e il declino delle esistenze. Un avvenimento chiassoso è il bizzarro viaggio che i tre fratelli di vaga origine ebraica compiono ai campi di stermino di Auschwitz e Birkenau: una spedizione esilarante e drammatica al tempo stesso. "Serge" è urticante, feroce, umoristico e drammatico, spesso pessimistico, ma contiene anche lampi di bellezza e mistero, disseminati fra le pieghe dell'ironia amara e della tristezza, speziata dal pathos. Resiste la tenacia di sentimenti buoni mai del tutto sopiti, seppure nella sbrindellata realtà di una famiglia sgangherata, di vaga classe media e meticcia, post- religiosa, post-politica, post-sociale. I tre fratelli hanno tra loro un rapporto scalcagnato ma salvano tuttavia il legame profondo, biologico, memoriale e sentimentale che li tiene uniti. Fra le piccole luci nascoste affiora l'affetto caldo di Jean per Luc, il fragile bambino della sua ex compagna Marion, con la quale forse rinascerà un ménage salvifico di ritorno. Avevamo iniziato con una breve citazione di pensiero. Chiudiamo con un'altra, che dice in una sintesi perfetta come certi brevissimi lampi di memoria remota possano condensare la densità profonda e intera di una persona che ci fu cara: "Basta un'immagine per contenere un uomo".