Circolo dei Libri

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05agosto
2016

Vladimir Nabokov

Adelphi

Vale la pena citare l'inizio di questo romanzo di Nabokov, appena tradotto da Adelphi.:

"C'era una volta un uomo che si chiamava Albinus, il quale viveva in Germania, a Berlino. Era ricco, rispettabile, felice; un giorno lasciò la moglie per un'amante giovane; l'amò; non ne fu riamato; e la sua vita finì nel peggiore dei modi.

La storia, in breve, è tutta qui, e avremmo potuto fermarci se non fosse stato giovevole e dilettevole raccontarla; e benché su una pietra tombale vi sia spazio quanto basta a contenere, incornciato nel muschio, il compendio di una vita, i particolari sono sempre graditi.

Fu così dunque che una sera ad Albinus venne una bellissima idea..."

L'incipit è geniale. Nabokov condensa nel primo, breve capoverso tutta la sostanza della storia. Non ci sarebbe altro da aggiungere, dice, se non fosse che "i particolari sono sempre graditi". Di per sé, annota, il compendio di una vita starebbe tutto nella brevità di una iscrizione tombale. Tuttavia, appunto, i particolari sono sempre graditi.... Sta in quei particolari graditi, forse, una delle chiavi di comprensione del mistero grande della letteratura.

Il romanzo racconta dunque proprio i dettagli di una storia che apparirebbe scontata e che invece appassiona il lettore, lo seduce con un'aria narrativa implacabile, minuziosa, raffinata. La perdizione amorosa di Albinus è detta come la cronaca di un viaggio senza ritorno sotto i morsi di una passione asimmetrica, ossessiva quanto non corrisposta. E dal fondale del tempo e dello spazio appare, riappare, la figura di un uomo sfuggente e affascinante, quello sì dotato di un appeal ineffabile e quasi maledetto cui non vuole né sa sottrarsi la pur cinica ragazza Margot. Dalla luce della passione irrazionale e totalizzante Albinus passerà, poco a poco, a un buio reale e interiore che soltanto la soave spietatezza, delicata ma inesorabile, di Nabokov poteva inventare.

Il romanzo fu scritto in russo nel 1931 e riscritto poi in inglese da Nabokov nel 1937, a riprova della eccezionale padronanza bilingue della scrittura di un autore che va annoverato fra i grandi del '900