Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

14novembre
2009

Alexander McCall Smith

Ed. Guanda (Narrativa straniera)

Amici cari mi prendono in giro per certe mie predilezioni narrative. Quando per esempio parlo loro di Alexander McCall Smith esclaman "Rieccolo con il suo meccolsmitt!". E io ripeto loro per la centesima volta che si tratta di uno scrittore raffinato, colto, divertente. Se molti pensosi narratori italiani tentati dall'estetismo stilistico sapessero scrivere con la lievità e la presa diretta di Mc Call Smith, ne guadagneremmo tutti in piacere di lettura. Sul principio mi sostiene una bella risposta del grande regista (e lettore) Ermanno Olmi in un'intervista a Stefano Lorenzetto letta proprio ieri: "Non vorrei che la forma prevalesse sulla sostanza, come accade in molte attività umane. Per esempio negli scrittori che fanno letteratura invece che narrare, ahimè!". McCall Smith narra alla grande e non fa letteratura accademica pur essendo profondamente colto. E' dunque da molti anni che io attendo ogni nuova uscita del bravo scrittore nato in Africa da famiglia scozzese e poi tornato a Edimburgo dove è anche professore all'Università. Adesso c'è un libro suo nuovissimo ma prima di parlare di quello voglio ricordare (e tacciano i cari amici) i due filoni di successo (nel mondo) di Mc Call Smith. C'è quello africano, con la deliziosa detective nera, grassa e buona, Precious Ramotswe, che ha fondato l'Agenzia investigativa femminile Numero 1 del Botswana (peraltro l'unica) e affronta con cuore e saggezza alcuni nodi delle vite altrui (nessun delitto efferato ma piccoli fastidi, dolori, trame arruffate). Si sorride, ci si commuove. E viene fuori uno splendido paese africano. Si dovrebbe cominciare dal primo romanzo del ciclo, "Le lacrime della giraffa". Poi c'è il filone edimburghese della raffinata Isabel Dalhousie, ricca di suo e direttrice di una rivista di filosofia che pochi leggono, la quale mette il naso con intelligente curiosità nelle vicende strane che intercetta intorno a lei. Si dovrebbe cominciare dal primo romanzo del ciclo, "Il club dei filosofi dilettanti".

Veniamo ora al nuovo romanzo che, lo spero, inaugurerà un altro filone. Qui siamo a Edimburgo e in una vecchia casa del centro entra una nuova inquilina, la giovane studentessa Pat, che condividerà l'appartamento con uno sconosciuto giovanotto prestante e altri affittuari per il momento assenti. Sopra e sotto abitano altri inquilini interessanti: per esempio una vecchia signora piacevole e arguta e carica di memorie e giudizi, oppure una madre snob ansiosa di trasformare il suo bambino in un piccolo genio sofisticato e infelice. Pat, in congedo sabbatico dall'università, trova lavoro in una galleria d'arte e ne consoce lo svogliato e candido proprietario e impara a frequentare il balzano bar dell'angolo dove si bevono moltissimi caffè e si chiacchiera in libertà. E ne nascono trame sottili e mescolate, fra perspicacia psicologica e humor anglossassone di finissima fattura. Lo scrittore solleva il tetto della casa e apre il sipario della strada e della città (che si intuisce splendida) per coglierne squarci di vita vera e lievemente complicata. Finito di leggere il libro, viene voglia di correre a Edimburgo.