Circolo dei Libri

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01ottobre
2010

Hans Magnus Enzensberger

Ed. Einaudi (Narrativa straniera)

Di Hans Magnus Enzensberger sono noti i pareri di grillo parlante ottantenne di scuola tedesca sui fatti e misfatti della contemporaneità. Ma ecco qui, appena tradotto da Einaudi, un suo breve romanzo strano dove va in scena una commedia tutta giocata in un interno ogni martedì all'ora del tè. Joachim, giovane economista accademico, un giorno riesce a mettere in fuga un ladro che stava per scippare una compita vecchia signora con la veletta bianca la quale, vista l'ora (sono le cinque del poemriggio) invita il suo salvatore a casa propria a bere una tazza di tè. Joachim scopre così che la signora abita da sola con una vecchia domestica in un palazzo sontuoso ma malridotto, con stanze poco riscaldate e trascurate ma che recano segni di antica raffinatezza. Fatto sta che i due chiacchierano di tutto e l'anziana Josefine ha giudizi così anticonformisti e cinicamente pessimisti da intrigare il colto economista. Al punto che lui, contro ogni logica, accetta di tornare il martedì succcessivo, sempre per il tè. Comincia così una lunga serie di incontri settimanali attorno a una teiera, con Joachim intrigato dai giudizi soavemente feroci di Josephine e anche dal passato misterioso di lei : a quanto pare fu in gioventù una celebre cantante lirica, ebbe successi, mariti, amanti, depressioni. Ma il passato è nebuloso, le tracce sono sbiadite. Lei si porta appresso da una vita Frida, ruvida domestica che viene dalla Slesia, anche lei con un remoto e vago passsato. Frida porta il tè in tavola e scompare ma poi origlia, si aggira. Joachim, quando esce, cerca di interrogarla sugli enigmi di Josefine. Si avvia così un trio di chiacchiere colte o pettegole, congetture e sentenze esistenziali e filosofiche. Il gioco del breve romanzo sta nel contrasto fra lo sforzo della volontà positiva dell'economista e i giudizi impietosi e urticanti su tutto dell'ex cantante lirica decaduta. Per esempio, parlando dei politici Josephine si chiede perché mai lo facciano : « hanno una paga misera. Qualsiasi ugola di latta o squalo del mercato immobiliare guadagna dieci volte tanto. E per averla passano da un'elezione all'altra, devono mettersi degli strani cappelli, bere birra e mendicare voti nei retrobottega. Immagini di essere costretto a concedere di continuo interviste e tenere discorsi, senza poter mai dire quello che pensa! » Joachim interloquisce : « Ma amano il potere ! ». E lei: « Potere ! Ma non mi faccia ridere. Mi creda, il direttore di un teatro d'opera ha più voce in capitolo di certi uomini di partito. Guardi come arrivano a bordo delle loro berline, quei signori, come si piazzano candidi davanti ai microfoni dei reporter! Forse credono realmente di essere importanti ». E ancora : « e anche il capitalista col cilindro e il costoso sigaro in bocca è scomparso dal campo lasciando la scena al manager, questo povero diavolo ricco che non solo è costretto a lavorare il doppio dei suoi sottoposti, ma deve pure rinunciare al fumo e all'alcol, stare a dieta fino all'anoressia e praticare il fitness sino allo sfinimento ». Decisamente non c'è zucchero nel tè di Josefine.