Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

09giugno
2017

Eshkol Nevo

Neri Pozza

A volte i buoni romanzi esauriti in libreria, tornano. E' il caso di « Nostalgia », di Eshkol Nevo. Nevo, 46 anni, è oggi uno degli autori israeliani più fervidi accanto all' autorevole « triade » dei « vecchi » Abraham Yehoshua, Amos Oz e David Grossman. Ecco perché vale la pena di conoscere dall'inizio i romanzi di questo scrittore di grande stoffa, il cui primo romanzo che conoscemmo in italiano fu « Nostalgia » (del 2004, pubblicato in Italia da Monadadori nel 2007 e riedito ora da Neri Pozza). Nel corso degli anni abbiamo poi gustato gli altri titoli : « La simmetria dei desideri » (avvincente, animato, vitale, malncoinco e allgro al tempo stesso). E poi « Neuland », di maggior respiro romanzesco ed epico, fra Israele e America del Sud, e l'ultimo, appena uscito, « Tre piani » , uno spaccato di vite e nodi familari dentro un caseggiato alle porte di Tel Aviv, oggi. Quest'ultimo libro richiama, almeno nella impostazione scenica di esistenze diverse dentro una casa, quel primo romanzo, « Nostalgia », molto bello, che già rivelava la capacità di situare i fili di alcune storie private (la quotidianità, l'amore, le curiosità, l'impatto e la commistione con gli altri) dentro lo sfondo civile e quello dei paesaggi israeliani, comprese le tracce della tensione arabo-isrealiana.La giovane studentessa di fotografia a Gerusalemme, Noa, e lo studente di psicologia a Tel Aviv, Amir, innamorati, trovano casa in una zona rurale, in una ex enclave araba, diventata israeliana dopo la guerra mediorentale del 1948. Nella regione si guardano, da colline vicine, due villaggi ebrei: uno un po' ricco (vi abitano ebrei emigrati dall'Est europeo) e l'altro un po' povero (ci stanno ebrei emigrati dal Kurdistan). Sul fondo valle hanno appena costruito un grande centro commerciale, segno dei tempi consumistici, raccordo fra classi alte e basse. Nel'abitazione dove hanno il loro appartamentino Noa e Amir, stanno altre persone : Moshe Zakian e sua moglie Sima, una giovane coppia con due bambini e un legame amoroso solido, fervido. In un altro appartamento scopriamo il bambino Yotam, un po' solo e rattristato da quando il suo fratello più grande, diciottenne, è morto in guerra in Libano e la mamma piange e rimpiange in il figlio perduto dimenicandosi un poco di quello piccolo e vivo. Nei dintorni del caseggiato si aggira Saddiq, un muratore arabo. Lavora, parla con i compagni, si guarda attorno, ha un cruccio. Il fatto è che Saddiq ha riconosciuto in quella casa, dove vivono Noa e Amir, la famiglia di Moshe e quella del piccolo Yotam, la dimora in cui lui era cresciuto da bambino prima che la sua famiglia dovesse abbandonarla, dopo la breve guerra del 1948. E ha voglia di tornare a visitare quei locali, perché lui sa che dietro una mattonella sua mamma aveva nascosto un piccolo oggetto importante"… Eshkol Nevo non dà lezioni, non giudica, si limita a tracciare con sensibilità il travaglio interiore, le contraddizioni, i desideri di personaggi (isrealiani e arabi) provvisti di una propria umanità e di una propria storia, fatta di destini intrecciati dalla vita attorno a quelle mura, a quelle pietre che hanno visto passare vite e storia. E poi c'è l'atmosfera civile generale, sullo sfondo. Siamo nel 1995, quando è appena stato assassinatoil primo ministro Ytzhak Rabin, per mano di ebrei ultraortodossi e fanatici che lo accusavano di essere troppo aperto nei negoziati di pace. In quel clima di speranze deluse e di scoramento, Eskol Nevo muove i fili di esistenze private e intense, ognuna con i propri desideri, i propri crucci e le propie nostalgie : nostalgia di un luogo, di un figlio, di un amore, di una ricchezza interiore, di un passato perduto, di una voglia di ricominciare.