Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

15febbraio
2019

Antonio Manzini

Sellerio

Se volete leggere questo romanzo giallo dovete prima leggerne altri sette, o quantomeno quello che lo precede, una prima puntata. Ma per affezionarsi davvero allo scorbutico vicequestore Rocco Schiavone (il quale ha anche spopolato sui teleschermi della RAI), inventato dall'ottimo scrittore Antonio Manzini, vale la pena di cominciare dall'inizio, per arrivare bene allenati a quest'ultima vicenda: sarà l'atto conclusivo? Il finale del romanzo, misterioso, persino inquietante e tuttavia aperto in modo enigmatico, lascia spiragli speranzosi"… Ecco i titoli, tutti editi da Sellerio: "Pista nera", "La costola di Adamo", Non è stagione", "Era di maggio", "7.-7-2007", "Pulvis et umbra" , "Fate il vostro gioco", che è di fatto la prima parte di quest'ultimo romanzo, "Rien ne va plus" ( non entra nella fila una raccolta di racconti). Il vicequestore Rocco Schiavone è un romano verace spedito a fare il poliziotto nel freddo della Valle D'Aosta e lassù indagatore su delitti e soprattutto su storie e tormenti umani (uno poi, di tormento intimo, ne ha lui, doloroso nella memoria...). Schiavone è aspro di carattere, quasi rognoso, ma uomo vero: un poliziotto che ha cattivissimo carattere perché ha molto carattere. La lettura progressiva aiuta anche a capire quanto la sicurezza di stile e la tensione della narrazione di Manzini siano andate crescendo di romanzo in romanzo. Schiavone, già commissario di polizia a Roma e ora vicequestore, un giorno ha malmenato per bene un giovane e torvo stupratore seriale, troppo protetto dal padre, un politico importante. Uno sdegno comprensibile, quello di Schiavone: ma un poliziotto certe cose non le deve fare. E dunque eccolo allora trasferito per punizione nella questura di Aosta, lontanissima dall'aria romana che sa di scirocco e odori di cucina "de noantri" e abitata da amici veri anche se di dubbia reputazione. Il vicequestore non si rassegna al freddo alpino, contro il quale, testardo, si difende soltanto indossando un loden e calzando scarpe Clarks: rifiuta di convertirsi ai goffi scarponcini impermeabilizzati che usano da quelle parti e così ogni anno ad Aosta riesce a fuori una quindicina di paia di scarpe. Il vicequestore è strano, spesso silenzioso ma quando parla lo fa in modo abbastanza sboccato e manda volentieri a quel paese la gente; fa vita da single introverso anche se assesta qualche zampata arruffata e senza passione ad alcune donne locali. Ma lui sembra anaffettivo. Il fatto è che cova da solo un suo segreto doloroso: nel chiuso del suo squallido appartamentino valdostano spesso dialoga con una donna, Marina, che è assente. Dietro la mancanza letale di quella donna così importante sta un episodio, un mistero che di romanzo in romanzo prende vagamente forma e si svela in "7.07.2007". Rocco Schiavo è un antipatico che piace, un polizotto onesto che tuttavia non esita a compiere qualche furbata ai margini della legalità. Possiede un fiuto formidabile ed è schifato dalle scoperte del male umano in azione (lui ne sa qualcosa) fra delitti, corruzioni e ipocrisie sociali. Dietro il suo carattere impossibile - spesso da tirare schiaffi - batte un cuore ferito e vero, di forte tempra.