Circolo dei Libri

Per condividere con altri il gusto della lettura, che per principio è individuale ma poi può anche farsi compagnia.

14maggio
2011

Axel Munthe

Ed. Garzanti (Narrativa straniera)

Fu un poderoso bestseller negli anni 30 e 40 del Novecento, una specie di libro culto della società europea. Pubblicato nel 1929, in Italia fu tradotto dall'editore Treves nel 1932 con moltissime ristampe e io ancora conservo la copia che mia mamma acquistò quand'era ancora ragazza e che poi nella mia adolescenza mi invitò a leggere accendendomi una immaginosa curiosità, tant'è che esso figura fra i libri (ognuno ha i suoi) che mi hanno in qualche modo formato. Ecco adesso la bella idea di Garzanti di ripubblicarlo e rimetterlo in circolo. Fu vera gloria ? Fatta la tara di una definizione di genere (è il racconto in prima persona della vera vita di un uomo singolare e dunque non necessariamente un'opera letteraria compiuta e complessa) le vicende del medico svedese Axel Munthe, nato nel 1857 e morto nel 1949, sembrano fatte per appassionare la curiosità e anche il latente spirito di avventura dei lettori. Axel Munthe attraversò come molti l'Otto e il Novecento e ne respirò la stoffa, lo spirito dei tempi, le mode, le eccentricità. Fu coevo di altri scrittori più grandi e completi di lui (Thomas Mann, W.S. Maugham, Henri James e altri) , non toccò il loro apice di scrittura ma seppe raccontare in modo intrigante e qua e là fabulistico la sua vita eccezionale. Munthe fu pieno di carisma come medico, con enorme ascendente sui suoi pazienti, anche in campo psichiatrico. Fu amico intimo della famiglia reale svedese, girò l'Europa, incrociò nobildonne e grandi luminari della medicina, gente povera (per la quale si spese tutta la vita), personaggi enigmatici. Ebbe un feeling eccezionale con gli animali, costeggiò persino il mondo misterioso dei segreti gnomici delle foreste nordiche. Infine approdò ad Anacapri, il suo luogo di elezione, sullo splendido colle di Capri dove aveva costruito la sua villa romana l'imperatore Tiberio. Munthe amò quella terra, quella gente, quella grazia di paese fra i due azzurri del mare e del cielo e vi costruì la celebre Villa di San Michele, una specie di patchwork archeologico e monumentale, fascinosa e meta allora e ancora oggi di continui pellegrinaggi curiosi. Axel Munthe divenne poi cieco e fu proprio l'amico Henri James a consigliargli di conservare alla vista dell'animo e del cuore, scrivendole, le avventure della propria vita. Allo scoppio della guerra lasciò Anacapri, fu accolto dai reali svedesi e morì a corte nel 1949, ammirato come un gran signore enigmatico di sensibilissima intelligenza e autore di un libro che, come riporta un po' enfaticamente in copertina la nuova edizione Garzanti, « per molti anni fu il più letto nel mondo dopo la Bibbia e il Corano ». Nel suo romanzo di vita Munthe mise pensieri, profondità di animo, pettegolezzi divertenti, avventure galanti e delicate, malizie, generosità e soprattutto l'amore per la solarità vasta e misteriosa di Anacapri.