Circolo dei Libri

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26maggio
2023

Guy de Maupassant

Garzanti

Tra fratelli corre spesso l'ambiguo filo forte della affettività e della gelosia, fra richiamo del sangue e della comune cara infanzia da un lato e dall'altro il manifestarsi di diversità caratteriali ed emotive. Pierre e Jean Roland sono due giovani fratelli, giovanotti freschi di laurea, uno in medicina, Pierre, l'altro in diritto, Jean. Più dinamico e ambizioso il maggiore, Pierre, più riflessivo e svagato Jean. Sono figli di una famiglia piccolo-borghese ottocentesca, il padre fu negoziante di gioielli a Parigi e ora si gode la piccola rendita accumulata in una loro casetta in Normandia, a Le Havre, sul mare. È un uomo ruvido e testardo, poco sensibile, addirittura un po' volgare, padre-padrone. La mamma è più addolcita e sensibile, seppure mitemente imborghesita e sacrificata alla famiglia. Il quadro familiare è dunque questo, con i genitori placidamente e noiosamente assestati in una vita di provincia fra terra e acqua (il padre ha una piccola barca da pesca, coltiva sogni di vita di mare). I figli devono ancora decollare verso i loro destini, per il momento vivono in casa, una casa frequentata da una giovane e graziosa vedova, appetibile al punto che i due ragazzi, invaghiti, ne sentono il richiamo di seduzione e lì affiora la prima traccia di gelosia non detta ma tangible. Tuttavia l'avvenimento che muove fortemente l'acqua quieta di quel gruppo di famiglia di provincia è una notizia che arriva da Parigi: un vecchio amico della famiglia, il signor Marechal, che per anni era restato vicino e affezionato a loro prima che essi partissero per Le Havre, è appena morto e ha lasciato un cospicua fortuna sotto forma di rendita a uno solo dei due figli della famiglia amica: Jean. Il perché di tale gesto rimane sconosciuto ma di fatto la notizia, che esalta di allegrezza avida il padre e la madre gongolanti per la fortuna capitata sulla testa di Jean, non può non ferire nell'intimo Pierre, il fratello escluso. Da qui parte, senza entrare nel merito della trama, che lasciamo al piacere del lettore, il groviglio psicologico tra i due fratelli, fra detto e non detto, sentimenti celati o sprigionati. Il racconto esplora quanto accade interiormente in ciascuno dei personaggi: Pierre e Jean, innanzitutto, e poi i due genitori affannati e meschinamente attratti dalla bella fortuna capitata in famiglia (ma indirizzata a uno solo dei membri), e anche la piacente vedova giovane. C'è un mistero dietro quella eredità donata e unidirezionale, e Pierre comincia a nutrire sospetti dolorosi sul passato, sulla propria stessa madre amata, che forse potrebbe avere a che fare con quella bizzarra donazione di denaro solo al fratello cadetto. Maupassant sbroglia adagio la matassa degli animi con la maestria dell'indagatore psicologico: al di là della collocazione accademica dello scrittore francese nella corrente realistico-naturalistica di quella stagione letteraria, Maupassant trascende le definizioni e impasta in modo mirabile il realismo descrittivo dei fatti con lo scandaglio umorale dentro la mente e il cuore dei personaggi. E dipinge con colpi rapidi di pennello - quasi un pittore impressionista - scorci di paesaggio normanno, soffio di stagioni, interni domestici e slarghi di mare. Pubblicato nel 1888, "Pierre e Jean" è un romanzo familiare e privato, uno sfondo di provincia ottocentesca, un'amara storia di pulsioni sentimentali, intimi segreti, rancori sottaciuti, mediocrità quotidiane, separazioni dolenti di destini. È la maestria di un grande scrittore.