
“È cosa nota e risaputa che un uomo provvisto di un ricco patrimonio debba prima o poi prendere moglie.” Lo sanno bene alcune avide madri che abitano la contea dell’Hampshire, a cavallo fra Sette e Ottocento, le quali, provviste di alcune figlie maritabili, entrano in fibrillazione quando nella regione arriva, ad aprire la sua dimora gentilizia di campagna, un giovane signore molto ricco e molto scapolo. Comincia così “Orgoglio e pregiudizio”, celebre romanzo di Jane Austen, la grande scrittrice inglese di cui proprio in questa fine d’anno si ricordano e celebrano i 250 anni dalla nascita. Era infatti nata nel dicembre del 1875, morì nel 1817 a soli 42 anni. Aveva attraversato il confine fra il secolo detto dei Lumi e quello in cui sarebbe divampato il Romanticismo. Ma lei non appartenne a nessuna corrente o epoca letteraria, a nessuna stagione filosofico-culturale: fu tante cose insieme, fu unica e libera, in una parola fu e rimane una delle più grandi scrittrici di ogni tempo. Abbiamo cominciato qui con il suo più famoso incipit, per dire come in una sola breve frase d’esordio Austen aveva saputo condensare la premessa psicologica, sociale ed esistenziale degli accesi appetiti nuziali di madri fameliche e figlie sognanti. Qui però uno potrebbe obiettare: ma quelle sono cose sorpassate, d’altri tempi! Invece non è vero. A parte il fatto che, come suggeriva Italo Calvino, un “classico” è un libro che continua a dire e significare qualcosa, anche secoli dopo, alla contemporaneità (e dunque “Orgoglio e pregiudizio“ è un signor Classico), io credo che certi sentimenti e moti dell’animo sociale permangano sostanzialmente intatti nel tempo. Credo per esempio che l’occhio di certe, almeno certe madri d’oggi attente al destino economico oltre che alla felicità delle loro figlie, si posi talvolta con la stessa congettura di allora su alcuni scapoli odierni che all’aria di bravi ragazzi aggiungono cospicui conti in banche svizzere, abiti giusti italiani o inglesi, lucide auto tedesche, salti in Engadina e Sardegna [...CONTINUA]